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Studio delle Comunita'à

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Chi ha scelto di vivere in una comunità inoltre si ritrova a dover affrontare ogni giorno i turni di lavoro sui campi agricoli e la speranza che la terra offra un buon raccolto nonché il pensiero delle spese necessarie per pagare le utenze e gli investimenti per ottenere energia rinnovabile e impianti.

Un altra delle piaghe che affligge il popolo comunitario è la monotonia delle giornate e l'assenza di obiettivi personali. Gli obiettivi sono importanti sia quelli a lungo che a breve termine. Ci danno la spinta a muoverci in avanti e la gratificazione che nutre l'umore per affrontare la vita.

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Visitando varie comunità ed ascoltando le opinioni di chi le viveva ho compreso diverse problematiche legate ad esse.

Tutti inizialmente hanno ottimi propositi, da un punto di vista etico, sociale ed economico. Molti, schiavi di un sistema metropolitano, iniziano con il desiderio di vivere in un mondo più selvaggio: la campagna, la terra, gli animali sono un richiamo a cui pochi sanno resistere. Ma bastano pochi mesi per prendere coscienza della fatica che serve per lavorare la terra, curare gli animali e vivere nella polvere senza gli agi che un appartamento in città offre, alzarsi all'alba e andare a letto con il calar del sole. Irrimediabilmente si viene catapultati in una realtà non prevista.

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Alcune comunità che ho visitato presentavano una deviazione nel corso degli anni e si tramutavano in Sette vere e proprie. Ovvero comunità dove vi era un capo che tutti gli adepti veneravano e dove nessuno era più libero di fare nulla per se stessi. Sembrerà illogico il fatto che erano quelle più longeve ma in realtà esiste una logica sulle ragioni per cui queste comunità prendevano più piede. Il popolo spesso tende a sottomettersi ad una guida sperando di sottrarsi alle proprie responsabilità ed uscendone, irrimediabilmente, da vittime. In breve chi gode realmente della trasformazione è il promotore a cui tutti si erano affidati e a cui nessuno vuol rinunciare per paura di aprire gli occhi e capire di aver buttato risparmi e tempo in un fuoco di paglia.

E' anche importante riconoscere che la quasi assenza di movimento esterno, ovvero visitatori, nuove conoscenze, nuovi legami, il vincolo etico di non passare una serata al pub o in pizzeria e gli oneri legati al rispetto per gli altri utenti rende ancor più deprimente la società comunitaria.

Nelle prossime pagine di questo sito scoprirete come siamo riusciti a risolvere ogni problematica pur mantenendo i benefici di una vita in salute ed armoniosa.

Di comunità o ecovillaggi ormai ne è pieno il pianeta, si dice che sia la nuova moda dopo la corsa alle metropoli, ma in tutto questo movimento si tende sempre a creare luoghi identici. Borghi o casali restaurati e tanta polvere. Pochi decidono di aggregarsi ad altri progetti e tutti vogliono che il proprio progetto decolli nonostante non differisca affatto da tutti gli altri. Molto ego in questo atteggiamento, l'ego schiacciante che non permette alla mente di creare. 

Ho anche visto tanta gente volgere lo sguardo verso i co-housing ma anche li ho notato tante idee crollate dopo aver scoperto che avere troppi spazi in comune significa essere segregati in una stanza o un piccolo appartamento quando si ha voglia della propria solitudine. Il co-housing va bene per i ragazzi, gli adulti spesso hanno necessita molto diverse.

In definitiva la difficoltà di moltissimi progetti di ecovillaggi, cohousing o comunità etiche e la mancanza di uno studio approfondito che garantisca la riduzione del disagio personale e la gratificazione di aver trovato il luogo ideale in cui sentirsi al sicuro.

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